L’emergere del volgare ha attraversato varie forme di codificazione, grafica e linguistica,
che, a partire dall’XI secolo, hanno trovato concretezza nella redazione di testi di varia natura, ora
pratica, ora devozionale, se non propriamente letteraria. Tale processo è stato incentivato da una
alfabetizzazione sempre più diffusa che ha garantito l’accesso alla parola scritta ad un’ampia gamma
di categorie sociali che fino ad allora ne erano rimaste escluse, o quasi. Ciò comportò la necessità di
saggiare nuove forme di registrazione di una lingua che, limitata per secoli alla sfera dell’oralità, ha
occupato spazi spesso inconsueti e marginali (come le scritture avventizie annotate occasionalmente
nei manoscritti, le deposizioni testimoniali, i graffiti) prima di trovare una maggiore stabilità
attraverso la produzione di varie forme di comunicazione scritta.
Tale fenomeno è stato posto al centro dell’attenzione di varie discipline, che, ciascuna secondo le
proprie peculiarità scientifiche, hanno offerto un contributo allo studio di quello che, forse in maniera
impropria e sovrabbondante, è stato qualificato come un “visibile parlare”.
Il terzo workshop del progetto ERC-2020-AdG Graff-IT vuole porre l’accento sul contributo
che le discipline linguistiche possono offrire alla conoscenza dei graffiti come fonte storica, secondo
prospettive e approcci diversificati. Qui il programma.